Il freddo e l'immersione

L'uomo è un animale "omeotermo", mantiene la sua temperatura a 37 gradi Centigradi qualunque siano le condizioni dell'ambiente circostante. Per questo, egli produce del calore grazie al suo metabolismo interno (combustione di protidi, glucidi e soprattutto lipidi). Esso perde calore attraverso scambi termici a livello della pelle in tre differenti maniere:

Entro limiti fisiologici l'organismo può lottare contro il freddo aumentando la sua produzione di calore metabolico (termogenesi), e diminuendo la dispersione calorica per vasocostrizione cutanea, riduzione dell'evaporazione cutanea, diminuzione della superficie di scambio con il mezzo ambiente (posizione raccolta del corpo umano).I fattori da cui dipende l'instaurarsi di una ipotermia si possono riassumere in:

fattori ambientali

fattori fisiologici

In condizione di temperature molto rigide l'organismo umano mette in gioco un certo numero di reazioni difesa per tentare di mantenere la temperatura centrale. In una prima fase di compenso (temperatura centrale compresa tra 37C e 34ºC) si ha un quadro di difesa massimo con brividi, aumento della pressione arteriosa, spostamento di sangue verso organi profondi meglio protetti, contrazioni muscolari, aumentato consumo di ossigeno, modificazioni della sensibilità, irritabilità.

In una seconda fase di relativa insufficienza, la temperatura centrale si abbassa tra i 34º e i 27ºC. Cominciano a manifestarsi gravi disturbi: aritmia cardiaca, diminuzione della pressione arteriosa, aumento della rigidità muscolare, torpore con stato di anestesia ed obnubilamento. Il naufrago cessa di lottare, si lascia affondare.

In una terza fase, il corpo continua a raffreddarsi, la morte sopraggiunge quando la temperatura centrale arriva intorno ai 25º C. Si segnala un secondo sistema di raffreddamento, raro, senza lotta, che accade quando i differenti sistemi di difesa sono bloccati (coma , narcosi). L'organismo è allora ibernato. In casi eccezionali la temperatura centrale può raggiungere dei valori molto bassi (18ºC in un caso conosciuto) senza danni gravi.

Temperatura dell'acqua ed immersione

Il subacqueo, a differenza del naufrago (era di lui che parlavamo nel paragrafo precedente), può proteggersi efficacemente dal freddo. Nell'intervallo di tempo di un'ora, nell'acqua a 5ºC, si stima che il 50% degli individui immersi senza vestiti periscano. Nelle stesse identiche condizioni, un subacqueo equipaggiato con neoprene resiste senza grossi problemi.

La temperatura dell'acqua è la principale causa di raffreddamento, quanto segue è da intendersi a titolo esclusivamente esemplificativo; se si desidera un maggiore rigore scientifico si dovrà tenere presente dei movimenti dei foglietti liquidi in contatto con la pelle, dei tempi di permanenza, del lavoro ecc. :

La sperimentazione ha messo in evidenza l'importanza della protezione della nuca, dove è situato il midollo allungato, organo contenente i centri nervosi delle principali funzioni vitali, e del capo. Il cappuccio indossato è vivamente raccomandato anche se la temperatura dell'acqua permette l'immersione senza vestito. Altri punti la cui protezione è importante sono l'inguine e le ascelle.

Al contrario di quello che potrebbe sembrare, in acqua è molto più facile proteggersi dal freddo che dal caldo. Al di la della fascia dai 30º ai 35ºC. a seconda che il soggetto sia a riposo o che lavori, la dispersione calorica diventa nulla, gli infortuni legati al calore che sono da temere sono: collasso, colpo di calore, ecc.

Trattamento dell'ipotermia

Il riscaldamento attivo è sempre indicato quando la temperatura rettale è inferiore a 35ºC. Il mezzo più efficace resta il bagno associato alla reidratazione parenterale:
– somministrazione in bolo di una soluzione glucosata (con 10 unità di insulina per 5 gr. di glucosio): un litro nelle prime dodici ore,
– bagno in acqua a 35ºC con lento aumento della temperatura dell'acqua sorvegliando nello stesso tempo: la temperatura rettale del soggetto, la pressione arteriosa (rischio di ipotensione e di collasso cardiaco in caso di bagni troppo caldi).
Delle coperte riscaldate elettricamente possono sostituire efficacemente il bagno. In mancanza si potranno praticare delle spugnature con garze imbevute di acqua calda a temperatura controllata.

L'inalazione di ossigeno può rilevarsi utile. Due accorgimenti sono formalmente da evitare nella prima fase del soccorso:
– l'assunzione di alcool che causando vasodilatazione aumenta la dispersione termica
– le frizioni cutanee che, causando una vasodilatazione periferica, aumentano gli scambi calorici con l'ambiente e rischiano, in assenza di una adeguata perfusione vascolare di disinnescare la pompa cardiaca per spostamento verso la periferia della massa sanguigna.

Prevenzione degli incidenti dovuti al freddo

Aumento della produzione di calore
Il regime dietetico deve essere ricco da 4500 a 5500 calorie apportate essenzialmente da glucidi a catena lunga (farine e cereali) e dai lipidi. Prima di una immersione in acqua fredda è consigliato consumare una colazione facile a digerirsi, ma sufficientemente ricca in calorie.

L'alcool è formalmente interdetto: la sensazione di calore che segue la sua ingestione è dovuta ad una vasodilatazione dei vasi periferici; il risultato finale è una perdita di calore e quindi un raffreddamento più rapido del corpo.

Protezione contro la perdita di calore
La protezione del subacqueo tramite vestiti in acqua fredda deve cominciare prima dell'immersione: la muta di neoprene da sola, con delle temperature esterne inferiori a 0º C è insufficiente; è quindi necessario aggiungere una tenuta di protezione di superficie.

Indossare una maschera gran facciale è preferibile. I vestiti di neoprene devono essere adattati in modo da immobilizzare lo strato d'acqua a contatto della pelle. L'uso di vestiti stagni è "caldamente" raccomandato.