Le malattie cardiovascolari sono molte e vanno dall'ipertensione arteriosa, alla malattia coronaria, all'ictus, la cardiopatia reumatica, le cardiopatie congenite ed altre forme meno comuni. Nel 1995, il 41,5% dei decessi negli Stati Uniti è stato attribuito a malattie cardiovascolari. Anche gli incidenti subacquei mortali dovuti a problemi cardiovascolari sono, sfortunatamente molto frequenti. Il problema si fa più evidente con l'aumento dell'età media dei sub. Negli anni 1900-95 il 12% degli incidenti subacquei mortali è stato riferibile a problemi cardiovascolari, ma questa percentuale sale al 26% se si considera il gruppo di individui più vecchi di 35 anni.
I maggiori fattori di rischio cardiovascolare includono il fumo, l'ipertensione arteriosa, una dieta ricca in colesterolo e grassi saturi e uno stile di vita sedentario. Altri fattori, non modificabili, sono: il sesso maschile, l'età e la storia famigliare di malattie cardiovascolari. La prevenzione dovrebbe mirare al alterare i fattori di rischio modificabili: il fumo, dieta e livello di colesterolo, pressione sanguigna, attività fisica. Eliminare il fumo è il fattore di prevenzione numero uno delle morti premature e delle malattie cardiache.
Il fumo può provocare enfisema polmonare, con perdita di elasticità del polmone, che può predisporre un sub ad episodi di barotrauma polmonare ed EGA. L'unico cronico di nicotina, inoltre, facilita l'insorgenza di ipertensione arteriosa. L'ipertensione è un fattore di rischio sia per le coronarie che per l'ictus cerebrale, contribuisce alla formazione di placche aterosclerotiche che riducono flusso di sangue nelle arterie e può comportare un aumento del volume del cuore.
Questo comporta una maggior richiesta di ossigeno, che non sempre può essere compensata dalle arterie coronariche occluse dalle placche di aterosclerosi, con la conseguenza di un diminuito apporto di sangue e di ossigeno al muscolo cardiaco. La dieta e l'esercizio sono i fattori principali per il mantenimento di una pressione arteriosa corretta, ma, spesso, è necessaria la terapia farmacologia. Le malatti cardiovascolari possono essere direttamente correlate alla dieta scorretta, al livello di colesterolo e lipidi nel sangue, all'obbesità, a fattori genetici.
La maggioranza dei casi, comunque, è di origine alimentare e può essere corretta o pervenuta mediante una dieta appropriata. Circa un terzo della popolazione USA è obeso. L'obesità non è solo legata alle malattie cardiovascolari, ma ne rappresenta un fattore di rischio specifico. La vita sedentaria è, sfortunatamente quasi la norma, mentre molti studi hanno dimostrato che un modesto aumento dell'attività fisica regolare può essere di grande importanza per la prevenzione della malattia cardiovascolare. Cosa significa tutto ciò per il subacqueo medio? L'immersione non richiede grandi sforzi, ma situazioni particolari o di emergenza, può essere necessaria un'attività fisica intensa.
Mantenersi in buona forma, mangiare in modo equilibrato, non fumare e sottoporsi a regolari controlli medici va a tutto interesse del sub. La maggioranza degli specialisti concorda sul fatto che l'ipertensione arteriosa controllata con i farmaci non sia una controindicazione all'immersione. Così come gli interventi di by-pass coronarici, dopo un congruo periodo di convalescenza e riabilitazione, in assenza di qualsiasi sintomo e dopo aver dimostrato di poter tollerare livelli di esercizio elevati senza scompensi.
L'importanza di una buona forma fisica è nota. Molte attività collaterali all'immersione richiedono un buon livello di forma: trasportare l'attrezzatura, nuotare contro corrente, districarsi da una rete sott'acqua, salire in barca, contrastare variazione improvvise del mare e del tempo, sono tutte buoni ragioni per restare in forma e per contribuire alla prevenzione di problemi cardiovascolari ed alla massima capacità di lavoro. Questa è limitata dalla capacità di ossigeno che può essere utilizzato nell'unità di tempo, che è, a sua volta limitata dalla funzione cardiorespiratoria.
Il massimo massimo consumo di ossigeno viene indicato come VO2 max e misurato in litri di ossigeno consumati al minuto. Il VO2 max cala con l'età ed il valore medio varia da 3.5 L/min a 20 anni a circa 3.0 L/min a 40 anni. Un altro modo di esprimere il livello di forma è in termini di equivalenti o METS. Un met è la quantità di energia spesa in un minuto a riposo. Nuotare con l'attrezzatura sub contro una corrente di 1.3 nodi richiede circa 13 METS. Questo è il livelli di fitness raccomandato dagli esperti per l'attività subacquea.
Un livello MET 13 in un individuo di 70 kg corrisponde ad un VO2 max of 3.2 L7min. L'allenamento costante contribuisce all'aumento del VO2 max, dela fitness cardio-repiratoria e della massima capacità di lavoro. Questo si può ottenere con lo svolgimento regolare di attività fra MET 3 e MET 6. Per esempio: bicicletta a meno di 15 K7h (4 METS), aerobica leggera (5 METS), jogging (7 METS), corsa a 7 k7h (8 METS). L'immersione è un'attività dA 7 METS.
Se si desidera migliorare il proprio livello di fitness, scegliere un'attività preferita e praticarla da tre a cinque volte alla settimana per 30-60 minuti, con un'intensità tale da raggiungere il 60-90% della frequenza cardiaca massima. Questa può essere calcolata con la formula: 220 meno l'età (a 40 anni è uguale a 180 pulsazioni7minuto e la frequenza di allenamento dovrebbe variare da 108 a 162/min.). L'esercizio si dovrebbe concentrare sui grandi gruppi muscolari, essere ritmico e continuo, iniziando con intensità moderata e crescendo di livello con il tempo e l'allenamento.
La maggioranza di noi mangia più del necessario. E' comunque importante distinguere fra "soprappeso" e "obeso". Si è soprappeso quando il peso corporeo è non più del 20% superiore al peso ideale, si è obesi quando il peso corporeo supera più del 20% il peso ideale. La maggioranza degli esperti ritiene, anche se il grasso può avere vantaggi per un subacqueo, quale un aumentata resistenza al freddo, gli svantaggi ed i rischi sono di gran lunga maggiori, il livello di rischio cardiovascolare associato all'obesità dipende da dove è collocato l'eccesso di grasso, più che dalla sua quantità assoluta, oltre che da fattori genetici.
Inoltre il rischio cardiovascolare è determinato da tanti altri fattori, quali il consumo massimo di ossigeno, la frequenza cardiaca a riposo, la pressione arteriosa, la resistenza cardiovascolare, la forma muscolare. E' più sicuro essere sovrappeso, ma atletici ed in buona forma cardio-respiratoria che magri, ma sedentari. In ogni modo, in linea generale, l'obesità si accompagna a una scarsa forza fisica e può rappresentare un fattore di minor resistenza allo stress ed agli sforzi improvvisi per un subacqueo. L'obesità può aggravare dolori e lesioni della colonna vertebrale quando si compiano sforzi intensi o si trasportino pesi rappresenta un fattore di minor tolleranza all'ipertermia in ambienti caldi.
L'obesità viene considerata un fattore di rischio di PDD, anche se i dati scientifici sono contrastanti in merito. Alcuni studi sembrano indicare che un aumento del grasso corporeo aumenti il rischio di PDD, ma questo aggravamento sembra di minor importanza rispetto ad altri fattori. Sulla base di questi dati, anche se senza certezze scientifiche, si può dire chi e subacquei che il cui grasso corporeo sia più del 30% dovrebbero immergersi con prudenza ed evitare le immersioni con decompressione e sottoporsi a regolari controllo di fitness cardiovascolare. La soluzione migliore resta comunque, quella di diminuire il grasso corporeo con una dieta ed un programma si esercizio appropriati. Esistono essenzialmente quattro tipi di grassi: due sono buoni, gli altri si dovrebbero evitare.
I grassi mono-e polinsaturi vegetali e di certi pesci sono grassi buoni, così come gli acidi grassi Omega-3, de pesce, dei frutti di mare e dicerte piante. Questi grassi possono ridurre i livelli di lipidi circolanti ed evitare la formazione di placche aterosclerotiche. I grassi idrogenati, come il burro o la margarina ed i grassi possono ridurre i livelli di lipidi circolanti ed evitare la formazione di placche aterosclerotiche. I grassi idrogenati, come il burro o la margarina ed i grassi saturi ( i grassi animali tranne quelli del pesce, gli oli di cocco e di palma) sono dannosi. Mangiarli aumenta la produzione di colesterolo, che è associato alla maggior incidenza di malattie cardiovascolari.
Non è una coincidenza che i popoli più longevi siano quelli che consumano meno grassi idrogenati e saturi a favore di grassi vegetali buoni come l'olio di oliva. La dieta va associata ad un regime di esercizio fisico regolare. Questo fa diminuire il grasso corporeo, abbassa il livello di colesterolo ed aumenta quello del colesterolo buono (lipoproteine ed alta densità HDL), che contribuisce alla diminuzione del rischio cardiovascolare.